L’umiltà della Sua serva

Da “Le glorie di Maria” di sant’Alfonso Maria de’ Liguori

“L’umiltà è fondamento e custode delle virtù”, dice San Bernardo, e con ragione. Senza umiltà, infatti, non vi può essere alcun’altra virtù in un’anima. Anche se essa possiede tutte le virtù, tutte verranno meno se viene meno l’umiltà. Al contrario, come San Francesco di Sales scrisse alla beata suor Giovanna di Chantal, Dio ama tanto l’umiltà, che subito accorre dove la vede. Questa bella virtù così necessaria era sconosciuta nel mondo, ma il Figlio stesso di Dio venne ad insegnarla sulla terra con il suo esempio e volle che specialmente in essa noi cercassimo d’imitarlo: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt.11,29). Come fu la prima e più perfetta discepola di Gesù Cristo in tutte le virtù, così Maria lo fu anche nell’umiltà, per cui meritò di essere esaltata sopra tutte le creature. Fu rivelato a santa Matilde che la prima virtù esercitata dalla Vergine fin dalla fanciullezza fu l’umiltà.

Il primo atto dell’umiltà di cuore è avere un basso concetto di sé. Maria ebbe sempre un così basso concetto di se stessa, come fu ugualmente rivelato a Santa Matilde, che, pur vedendosi arricchita di grazie più degli altri, non si mise mai al di sopra di nessuno.
Spiegando quel passo del Cantico dei Cantici: “Mi hai ferito il cuore, sorella mia sposa… con un solo capello del tuo collo” (Ct.4,9 Vulg.), l’abate Ruperto dice che questo capello del collo della sposa fu appunto l’umile concetto che Maria ebbe di sé, con cui ferì il cuore di Dio; “che cosa c’è infatti più sottile di un capello?”. Non già che la santa Vergine si stimasse peccatrice, perché l’umiltà è verità, come dice Santa Teresa, e Maria sapeva di non aver mai offeso Dio. Non che non confessasse di aver ricevuto da Dio maggiori grazie di tutte le altre creature, perché un cuore umile ben riconosce i favori speciali del Signore per umiliarsi ancor più; ma la divina Madre, alla luce più grande che aveva per conoscere l’infinita grandezza e bontà del suo Dio, conosceva meglio la sua piccolezza. Perciò si umiliava più di ogni altro e con la sposa del Cantico dei Cantici diceva: “Non guardate che io sono bruna, perché mi ha abbronzato il sole” (Ct.1,6). San Bernardo commenta: “In confronto al suo splendore, mi trovo nera”. Infatti, dice San Bernardino, “la Vergine aveva sempre un rapporto attuale con la divina maestà e con il proprio niente”. Come una mendicante, se indossa una ricca veste che le è stata donata, non se ne insuperbisce, ma nel vederla tanto più si umilia davanti al suo donatore perché più si ricorda della sua povertà, così Maria, quanto più si vedeva arricchita, tanto più si umiliava, ricordandosi che tutto era dono di Dio. La Vergine stessa disse alla benedettina Santa Elisabetta: “Sappi che io mi ritenevo la creatura più spregevole e indegna della grazia di Dio”. San Bernardino afferma: “Come nessuna creatura, dopo il Figlio di Dio, s’innalzò sulle vette della grazia quanto Maria, così nessuna creatura scese più in basso nell’abisso dell’umiltà”.

Inoltre è atto di umiltà nascondere i doni celesti. Maria volle tacere a San Giuseppe la grazia di essere divenuta Madre di Dio, anche se pareva necessario informarlo, per dissipare i sospetti che lo sposo poteva avere sulla sua onestà vedendola incinta, o almeno per liberarlo dal tur­bamento. San Giuseppe infatti, non potendo dubitare della castità di Maria e d’altra parte ignorando il mistero, “decise di rimandarla in segreto” (Mt.1,19); e, se l’angelo non gli avesse rivelato che la sposa aveva concepito per opera dello Spirito Santo, l’avrebbe lasciata.

Inoltre l’umile rifiuta le lodi per sé e le riferisce tutte a Dio. Maria si turbò nel sentirsi lodare dall’angelo Gabriele e quando santa Elisabetta le disse: “Benedetta tu fra le donne… A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?… Beata colei che ha creduto… ” (Lc.1), la Vergine, attribuendo tutte quelle lodi a Dio, rispose con l’umile cantico: “L’anima mia magnifica il Signore”. Come se dicesse: Elisabetta, tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo è dovuto l’onore. Tu ammiri che io venga a te; io ammiro la divina bontà: “il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”. Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha voluto esaltare il mio niente: “perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc.1,46-48). Maria disse a Santa Brigida: “Perché mi umiliavo tanto e ho meritato tanta grazia, se non perché ho saputo e pensavo di non essere e di non avere niente? Perciò non volli la mia lode, ma soltanto quella del donatore e del creatore”. Parlando dell’umiltà di Maria, Sant’Agostino esclama: “O beata umiltà, che donò Dio agli uomini, aprì il paradiso e liberò le anime dagli inferi”.

È proprio degli umili il servire, e Maria non esitò ad andare a servire Elisabetta per tre mesi. Dice dunque San Bernardo: “Elisabetta si meravigliava che Maria fosse venuta, ma ancor più si stupisca che sia venuta non per essere servita, ma per servire”.

Gli umili se ne stanno in disparte e si scelgono il posto peggiore. Perciò Maria, osserva San Bernardo, quella volta che Gesù stava predicando in una casa (Mt.12), desiderava parlargli ma “non volle interrompere il discorso di suo Figlio con la sua autorità di madre e non entrò nella casa in cui egli parlava”. Per la stessa ragione, stando nel cenacolo con gli apostoli, Maria volle mettersi all’ultimo posto. Leggiamo in San Luca: “Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù” (At.1,14). Non che San Luca non conoscesse i meriti della divina Madre, per cui avrebbe dovuto nominarla in primo luogo; ma poiché Maria si era messa all’ultimo posto nel cenacolo, dopo gli apostoli e le altre donne, San Luca menziona tutti i presenti secondo l’ordine in cui stavano collocati. È questo il pensiero di un autore. Dice San Bernardo: “Giustamente l’ultima è diventata la prima perché, pur essendo la prima di tutti, si comportava come se fosse l’ultima”.

Infine gli umili amano le manifestazioni di disprezzo. Perciò non si legge che Maria fosse presente in Gerusalemme quando nella Domenica delle palme il Figlio fu ricevuto dal popolo con tanti onori. Invece al momento della morte di Gesù la Vergine non si astenne dal comparire in pubblico sul Calvario, affrontando il disonore di esse­re riconosciuta come madre del condannato, che moriva da infame con una morte infame. Maria disse a santa Brigida: “Che cosa c’è di più spregevole di essere considerata incapace, di avere bisogno di tutto e di credersi la più indegna di tutti? Tale, o figlia, fu la mia umiltà, questa la mia gioia e questa la mia volontà, perché non avevo altro pensiero che di piacere unicamente a mio Figlio”.

Alla venerabile suor Paola da Foligno fu dato in un’estasi di comprendere quanto fu grande l’umiltà della Santa Vergine. Parlandone al suo confessore, la religiosa, piena di stupore, diceva: “Ah padre, l’umiltà della Madonna! Nel mondo non vi è neppure un minimo grado di umiltà in confronto a quella di Maria”. Una volta, il Signore fece vedere a Santa Brigida due dame, una tutta fasto e vanità. “Questa, le disse, è la superbia. L’altra che vedi, con atteggiamento modesto, rispettosa verso tutti, con il pensiero rivolto unicamente a Dio e che si considera come un niente, è l’umiltà e si chiama Maria”. Dio volle in tal modo manifestarci che la sua beata Madre era così umile, che era l’umiltà stessa.

È certo che per la nostra natura corrotta dal peccato non c’è forse, dice San Gregorio Nisseno, nessuna virtù più difficile da praticare che l’umiltà. Ma non c’è altra via: non potremo mai essere veri figli di Maria se non siamo umili. Dice San Bernardo: “Se non puoi imitare la verginità dell’umile, imita l’umiltà della Vergine”. Ella aborrisce i superbi, chiama a sé soltanto gli umili: “Chi è fanciullo venga a me” (Prov.9,4). Riccardo di San Lorenzo afferma: “Maria ci protegge sotto il mantello dell’umiltà”. La Madre di Dio stessa così parlò a Santa Brigida: “Anche tu, figlia mia, vieni e nasconditi sotto il mio mantello; questo mantello è la mia umiltà”. Poi disse che la considerazione della sua umiltà è un buon mantello che riscalda. Ma come il mantello non riscalda se non chi lo porta, non solo con il pensiero, ma anche in opera, così, aggiunse, “la mia umiltà non giova, se non ci si sforza di imitarla. Perciò, figlia mia, rivestiti di questa umiltà”. Quanto sono care a Maria le anime umili! San Bernardo scrive: “La Vergine riconosce e ama quelli che la amano ed è vicina a coloro che la invocano, specialmente a quelli che vede conformi a sé nella castità e nell’umiltà”. Perciò il santo esorta tutti coloro che amano Maria ad essere umili: “Sforzatevi di emulare questa virtù, se amate Maria”. Martino d’Alberto della Compagnia di Gesù per amore della Vergine era solito scopare il convento e raccoglierne le immondizie. Una volta, riferisce il padre Nierembergh, gli apparve la divina Madre e ringraziandolo gli disse: “Quanto mi è cara quest’azione fatta per amor mio!”.

Dunque, mia Regina, non potrò mai essere tuo vero figlio se non sono umile. Ma non vedi che i miei peccati dopo avermi reso ingrato verso il mio Signore mi hanno fatto diventare anche superbo? Madre mia, poni tu rimedio alla mia situazione: per i meriti della tua umiltà ottienimi di essere umile, divenendo così figlio tuo. Amen.

 

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4 commenti

  1. Madonna mia ajusta la mente a tutti

  2. Aggiusta i cuori ! Piú che la mente…

  3. Donaci Madonnina bella il coraggio di affrontare le difficoltà della vita , amen.

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