Appena quindicenne Giuliana, decise di dedicarsi COMPLETAMENTE alla contemplazione di Dio e alla sequela di Cristo. Prendendo a frequentare la famiglia dei Servi rimase tanto edificata dalla vita evangelica di quei frati, che non cessò di pregare la Regina del cielo e i propri genitori, finché non le fu concesso di vestire l’abito dei Servi.
Assieme ad altre giovani qui prendeva parte alla liturgia, cantava le lodi della Vergine, e si dedicava a servire i fratelli, specialmente i più poveri. Giuliana era guida alle altre compagne che aspiravano a vivere più da vicino l’esempio di Cristo, sotto la protezione della Vergine. Per questo motivo Giuliana «divenne capostipite delle suore e delle monache serve di santa Maria».
Da vera discepola di Gesù e della sua Madre, rinnegava con forza l’egoismo, lo spirito mondano e il demonio.
Nel corso della sua esistenza la sua santità si manifestò attraverso molteplici prodigi, finché, ridotta agli estremi non poté più ingerire alcun cibo, stremata com’era dal cilicio, dalle veglie, dall’orazione e dai digiuni.
Ma siccome bramava ancora di ricevere il Corpo del Signore, chiese con insistenza che le fosse deposto sul petto l’ostia consacrata. (pratica diffusa nel Medioevo a conforto di quegli infermi che desideravano fare la comunione)
Giuliana tornò così alla casa del Padre, colma di gioia per essere stata esaudita nella sua ultima richiesta.
Si narra che l’ostia sparí sul suo petto, quasi fosse penetrata misteriosamente nel corpo di lei.
Le sue spoglie sono conservate nella basilica della santissima Annunziata di Firenze. Giuliana fu canonizzata da Clemente XII il 16 giugno 1737.
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