La fede: se non ha le opere, è morta in se stessa (Gc 2,17)

Abbiamo  ricevuto la fede nel giorno del Battesimo. È infatti una delle virtù teologali, cioè quelle virtù infuse da Dio nella nostra anima per entrare in relazione con Lui.

Ma cosa significa avere fede? La fede è un atto conoscitivo? Cioè: Sapere cose = salvezza? Basta conoscere il Catechismo? NO!

Papa Francesco ci ha messo in guardia da questo rischio che corriamo oggi nella Chiesa, ovvero il neo-gnosticismo. Lo gnosticismo è stata un’eresia particolarmente difficile da estirpare del II-III secolo che in sostanza significa questo, salvezza attraverso la conoscenza.

Allora potremmo pensare che avere fede significhi non solo credere ma anche mettere in pratica delle buone azioni, rispettare i precetti, il decalogo e così via. Essere coerenti con quello che si crede e comportarsi cristianamente. Anche qui: assolutamente NO.

Ancora Papa Francesco ha parlato invece dell’altro rischio che corriamo oggi, ovvero il neo-pelagianesimo. Il pelagianesimo è stata un’eresia del V secolo secondo la quale l’essere umano non ha bisogno di essere salvato dalla grazia di Cristo, ma possiede in sé le forze per comportarsi secondo Dio e non peccare. E questo è evidentemente falso.

Dunque cosa significa avere fede? E quali sono le opere di cui parla la lettera di Giacomo? Avere fede significa credere all’Identità che Dio ha rivelato di Se Stesso, dandone prova incontestabilmente con un fatto storico preciso. Non è proprio questo che domanda Gesù nel Vangelo? “Chi dite che io sia”? È la stessa domanda che Mosè fece al Signore che gli parlava nel roveto ardente. È la domanda metafisica che ogni essere umano ha in sè: Dio, chi sei?

Gesù è venuto a rendere testimonianza alla Verità, a dirci che il Nome del Padre, cioè la Sua Identità, è santa! Dunque questa è l’identità di Dio: Dio è Amore. E per provare questo amore ha mandato Suo Figlio in una carne d’uomo per redimere tutti quelli che si pentono e chiedono salvezza.

Nella Sua Passione, morte e resurrezione il Figlio di Dio ha sposato la nostra umanità malata. E ci ha invitato alla Comunione con Lui, ad essere creature nuove, figli nel Figlio di Dio.

Dunque credere in Gesù è un atto più che conoscitivo e/o etico. Non si tratta di sapere cose o di fare cose. Si tratta di essere qualcuno! Di avere già qui Vita eterna. Perché solo in Lui è possibile, Lui che ha due nature, una creata umana e una increata eterna. Gesù è venuto ad invitarci ad avere un rapporto sponsale con Lui, ad essere una sola cosa con Lui. Ad essere Lui. Il matrimonio non è essere una sola carne? Ebbene sono giunte le nozze dell’Agnello! Noi, la Chiesa, siamo la Sua Sposa!

Il mistero della fede è infatti l’Eucarestia! La fede è dunque credere che Gesù si è incarnato per amore nostro ed è vivente in ognuno di noi. Certo ogni essere umano, dice la Gaudium et Spes al n.22, è unito a Cristo, ma noi, i battezzati, siamo Cristo! Siamo le membra del Suo Corpo mistico. Tutti sono figli di Dio, atei, musulmani, pigmei della Papuasia. Perchè c’è un solo Dio Padre e Creatore. Ma noi nel Battesimo siamo diventati… il Figlio di Dio!

Dunque non basta credere che Gesù sia Dio, anche i demoni lo hanno affermato nel Vangelo! Vogliamo dire che hanno fede?! No certo.

Ognuno si domandi: credo io che Dio sia Santo, Buono, che sia mio Padre e mi ama infinitamente?

E se anche non capisco tutte le prove che vivo e le sofferenze che mi affliggono, credo che il Signore Gesù mi ama al punto da condividerle quotidianamente con me, Lui che potrebbe starsene in pace in paradiso, per sostenermi come un divino Cireneo fino alla mia resurrezione?

Perchè è a partire dalla fede, da ciò che crediamo di Dio, che decliniamo le nostre opere. E se crediamo che in noi dimora la Trinità, la nostra preghiera diventerà ascolto dello Spirito Santo che guiderà le nostre azioni. Le nostre opere siano dunque segno di una vita spirituale fondata sull’Amore di Dio rivelato in Cristo Gesù.

Contenuto originale AMRP (a cura di Roberto Mastrantonio – diacono)

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