Inizia così la preghiera del sabato degli Adoratori con Maria Regina della Pace, proclamando la Santità del Signore e rendendogli Gloria e Onore. Un inno di lode a Dio, Signore degli eserciti, vivo e presente davanti agli occhi dei partecipanti nel Santissimo Sacramento.

Nella visione del profeta Isaia, i Serafini, gli angeli più vicini a Dio, arsi dall’amore per Dio, cantano incessantemente questa preghiera di santificazione. Una lode perenne rivolta al Dio d’Israele e Signore delle schiere celesti.

«Io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il Tempio. Proclamavano l’uno all’altro: “Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua Gloria”» (Is 6,1-3).

E’ stato come essere nel Tempio, nella Tenda del convegno, nella Dimora, immersi nella Sua Gloria, nella Shekinah la Presenza fisica di Dio.

«Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube dimorava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora» (Es 40,34-35).

Nel Levitico il Signore invita Mosè a parlare a tutta l’Assemblea dei figli d’Israele per chiedere loro «Siate Santi, perché Io, il Signore vostro Dio, sono Santo» (Lv 19,2).

Il Signore ha richiamato l’Assemblea alla santità, ad una santità comunitaria, condivisa e da condividere all’esterno perché se si vuole avere una vita piena e condurla secondo la Santità di Dio, che è unica e irripetibile, non c’è altro modo se non farlo all’interno di una vita comunitaria.

Il Signore ha richiamato i membri della comunità a seguirLo, a sperimentare il Suo Amore, ad aprire le porte chiuse dei cuori, all’ascolto della Sua voce e del Suo messaggio, ad essere Suoi intermediari nel mondo e aiutarLo a spalancare le porte chiuse della Chiesa.

Gesù che è il Tempio, la Tenda del convegno, la Dimora, il luogo fisico dove incontrare Dio, dice: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo.  Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via, e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più.  Voi siete già puri a motivo della parola che vi ho annunciata. Dimorate in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli» (Gv 15,1-8).

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Omelia al link: https://www.youtube.com/watch?v=8XfHotK46VU&t=6s

Preghiera al link: https://www.youtube.com/watch?v=9rUtBQPcvxo&t=787s

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