Per comprendere più profondamente i testi dell’Antico Testamento è necessario approfondire l’idea che avevano gli antichi ebrei del mondo e della creazione.
Vediamo insieme i diversi elementi descritti in questa immagine:

Empireo o Cieli dei cieli

Il termine “cieli dei cieli” è un’espressione biblica che indica il luogo più elevato e sacro, la dimora divina, spesso utilizzato per enfatizzare la maestosità e l’inaccessibilità della dimora di Dio. Si riferisce al “cielo supremo” o ai “cieli più alti” nella cosmologia biblica, come il luogo dove risiede Dio in tutta la sua gloria.

Ecco alcuni passi biblici dove si parla di “cieli dei cieli”:

1. Deuteronomio 10:14

“Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, e i cieli dei cieli, la terra e tutto ciò che è in essa.”

In questo passo, Mosè afferma che tutto, compresi i “cieli dei cieli”, appartiene al Signore. L’espressione “cieli dei cieli” qui indica l’infinità e l’immensità del regno di Dio.

2. 1 Re 8:27

“Ma davvero Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere, tanto meno questa casa che io ho costruito.”

Questo versetto è parte della preghiera di Salomone quando consacra il tempio di Gerusalemme. Salomone riconosce che anche i cieli dei cieli (ovvero la realtà celeste più alta) non possono contenere Dio, che è infinitamente più grande di qualsiasi luogo o creatura. La sua presenza è oltre ogni limite fisico.

3. Neemia 9:6

“Tu solo sei il Signore; tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli, e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che è su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi; tu dai la vita a tutto, e l’esercito dei cieli ti adora.”

In questo passo, l’autore riconosce Dio come il Creatore di tutti i cieli, inclusi i “cieli dei cieli”, enfatizzando la sua sovranità sull’intero universo.

Acque superiori

Ecco i principali passi biblici che parlano delle “acque sopra i cieli”:

1. Salmo 148:4

“Lo lodino i cieli dei cieli, e le acque che sono sopra i cieli.”

In questo passo, l’invito alla lode è rivolto agli “acque sopra i cieli“. L’espressione “acque sopra i cieli” fa riferimento, probabilmente, alla visione cosmologica della creazione, in cui le acque superiori sono separate dalle acque inferiori. Questa espressione sottolinea la maestà di Dio, il quale è il Signore di tutte le cose, incluse le forze naturali e le dimensioni superiori come le acque celesti.

2. Genesi 1:6-7

“Dio disse: «Sia una distesa in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque!» E Dio fece la distesa, e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa; e così fu.”

Nel racconto della creazione, Dio separa le acque superiori dalle acque inferiori. Le “acque sopra la distesa” sono generalmente interpretate come le acque celesti, che erano al di sopra della distesa che Dio chiamò “cielo”. Questa separazione crea l’ordine cosmico, con le acque superiori e inferiori separate dalla distesa (il cielo).

3. Genesi 1:9-10

“Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo, e appaia l’asciutto!» E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, e chiamò mare la raccolta delle acque. E Dio vide che era buono.”

In questo passaggio, le acque inferiori sono radunate per formare i mari, mentre la separazione tra le acque superiori e inferiori rimane parte del processo di creazione.

Cataratte del cielo

L’espressione “cataratte del cielo” è un’immagine biblica usata per descrivere un fenomeno di pioggia abbondante e straordinaria. Le “cataratte” (dal termine ebraico “arubbah”) indicano una sorta di apertura o di finestra da cui le acque scendono, come se un serbatoio celeste venisse aperto per far piovere abbondantemente sulla terra. L’immagine delle “cataratte del cielo” appare in vari passi biblici, specialmente nei contesti in cui si parla di grandi inondazioni o della benedizione divina attraverso la pioggia.

1. Genesi 7:11-12

“Nel centesimo anno della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno tutte le cataratte del cielo furono aperte, e la pioggia cadde sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.”

In questo passo, durante il diluvio universale, si dice che le “cataratte del cielo” furono aperte come parte del giudizio di Dio sulla terra. L’immagine delle “cataratte” è usata per esprimere l’idea che le acque che coprivano la terra venivano dal cielo in modo straordinario e sovrannaturale. Questo passo è il più noto che usa questa espressione.

2. Genesi 7:17

“Il diluvio durò quaranta giorni sulla terra; le acque crebbero e sollevarono l’arca, e essa si sollevò sopra la terra.”

Questo versetto ribadisce il fatto che il diluvio era stato scatenato dalle “cataratte del cielo” e che la pioggia continuò a cadere per un lungo periodo, coprendo la terra di acque. Sebbene non menzioni esplicitamente le “cataratte”, il contesto chiarisce che la pioggia abbondante proveniva da un’apertura celeste.

3. Giobbe 38:8-11

“Chi ha chiuso il mare con porte, quando è uscito dalla sua matrice? Quando gli ho dato nubi per vestito e nebbia per fasce, quando l’ho fissato con i miei limiti e gli ho messo le porte e le serrature, dicendo: ‘Fino a qui giungerai e non oltre, e qui si romperà l’orgoglio delle tue onde’?”

In questo passo, Dio parla della creazione e del controllo che esercita sulle acque e sul mare. Sebbene non si parli direttamente di “cataratte del cielo”, l’idea che Dio abbia il controllo sulle acque e possa limitarne il movimento è simile all’immagine delle cataratte, che rappresentano un’apertura celeste da cui le acque vengono liberate. Questo versetto suggerisce che Dio può aprire o chiudere queste “porte” divine, come accaduto nel diluvio.

4. Malachia 3:10

“Portate tutte le decime nella casa del tesoro, affinché ci sia cibo nella mia casa; mettete alla prova me in questo, dice il Signore degli eserciti, se io non vi aprirò le cataratte del cielo e non riverserò su di voi benedizione fino a quando non ne avrete abbastanza.”

In questo passo, le “cataratte del cielo” sono promesse da Dio come una benedizione per coloro che obbediscono alla legge delle decime. Qui, le cataratte non sono associate al giudizio, come nel caso del diluvio, ma piuttosto a una benedizione abbondante sotto forma di pioggia, che era essenziale per l’agricoltura e la prosperità del popolo.

Cardini della terra e del cielo

Nei testi biblici si trovano alcuni riferimenti simbolici e poetici ai “cardini” della terra o del cielo, intesi come elementi che rappresentano la stabilità, il fondamento o l’ordine della creazione. Ecco alcuni passi significativi:

1. Cardini della Terra

  1. Giobbe 38:4-6“Dov’eri tu quand’io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. Chi ne fissò le misure, se lo sai? O chi stese su di essa la corda per misurare? Dove sono fissate le sue basi, o chi ne pose la pietra angolare?”Qui si parla poeticamente della creazione della terra e dei suoi fondamenti, immaginati come se fossero fissati su cardini o basi.
  2. 1 Samuele 2:8“Egli solleva il misero dalla polvere, innalza il povero dal letame per farli sedere con i nobili e dar loro in eredità un trono di gloria; poiché le colonne della terra sono del Signore, ed Egli ha posto su di esse il mondo.”Le “colonne della terra” evocano un’immagine di stabilità e ordine sostenuto da Dio.
  3. Salmi 104:5“Egli ha fondato la terra sulle sue basi; non potrà mai vacillare.”Questo verso sottolinea l’idea che la terra è stabile e saldamente ancorata.

2. Cardini del Cielo

  1. Giobbe 26:11“Le colonne del cielo tremano, e si stupiscono alla sua minaccia.”Qui si parla delle “colonne del cielo”, un’immagine che riflette la grandiosità e la maestosità della creazione, pur soggetta alla potenza di Dio.
  2. Proverbi 8:27-29“Quando Egli fissò i cieli, io ero là; quando tracciò un cerchio sulla superficie dell’abisso, quando condensò le nuvole in alto e rafforzò le fonti dell’abisso, quando assegnò al mare il suo limite perché le acque non oltrepassassero il suo confine, quando fissò le fondamenta della terra.”Sebbene non menzioni direttamente i “cardini”, descrive un Dio che stabilisce i limiti e l’ordine cosmico.

Questi passi usano immagini poetiche e simboliche, tipiche della letteratura sapienziale e dei testi antichi, per descrivere la maestosa opera creativa di Dio. I “cardini” o “fondamenti” sono metafore della stabilità e del controllo divino sull’universo.

Sheol o Inferi

Nell’Antico Testamento (AT), gli “inferi” sono spesso descritti come Sheol, un luogo oscuro e indistinto dove vanno i morti, senza distinzione tra giusti e malvagi. Non è ancora la concezione di “Inferno” come luogo di punizione eterna sviluppata nel Nuovo Testamento, ma piuttosto un luogo di silenzio e ombra. Ecco alcuni passi biblici in cui si parla degli inferi o dello Sheol:


1. Genesi 37:35

“Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli rifiutò di essere consolato e disse: ‘No, io scenderò in lutto da mio figlio nello Sheol’. E suo padre lo pianse.”

  • Qui Giacobbe, credendo che Giuseppe sia morto, parla di scendere nello Sheol come inevitabile destino dopo la morte.

2. Numeri 16:30-33

“Se il Signore farà accadere qualcosa di straordinario, e la terra aprirà la sua bocca e li inghiottirà con tutto ciò che appartiene loro, ed essi scenderanno vivi nello Sheol, allora saprete che questi uomini hanno disprezzato il Signore […] La terra si aprì sotto di loro; essi scesero vivi nello Sheol.”

  • Questo passo descrive la punizione di Core, Datan e Abiram. Qui lo Sheol è visto come un luogo di discesa improvvisa, associato alla morte improvvisa per punizione divina.

3. 1 Samuele 2:6

“Il Signore fa morire e fa vivere, scendere nello Sheol e risalire.”

  • Anna, madre di Samuele, nel suo cantico evidenzia il potere di Dio sulla vita e sulla morte, incluso il dominio sullo Sheol.

4. Giobbe 7:9-10

“Come una nuvola svanisce e si dissolve, così chi scende nello Sheol non ne risale. Non torna più a casa sua e il suo posto non lo riconosce più.”

  • Giobbe parla dello Sheol come un luogo finale, senza ritorno, che sottolinea la finalità della morte.

5. Salmo 6:5-6

“Poiché nella morte non c’è memoria di te; chi ti loda nello Sheol?”

  • Qui il Salmista prega per la propria salvezza, descrivendo lo Sheol come un luogo in cui non si può lodare Dio, simile a un regno di silenzio.

6. Salmo 139:8

“Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo nello Sheol, eccoti.”

  • Il Salmista riflette sull’onnipresenza di Dio, indicando che anche nello Sheol Dio è presente.

7. Proverbi 15:24

“Il sentiero della vita conduce verso l’alto, per far sì che il saggio si allontani dallo Sheol in basso.”

  • Qui lo Sheol è contrapposto alla vita e al cammino della saggezza.

8. Isaia 14:9-11

“Lo Sheol, laggiù, si agita per te, per venire a incontrarti al tuo arrivo; desta i giganti per te, tutti i capi della terra […] Nello Sheol è scesa la tua pompa, il suono delle tue cetre; sotto di te c’è un letto di marciume, sopra di te una coperta di vermi.”

Questo passo descrive lo Sheol come un luogo per i re decaduti, pieno di immagini di degradazione.


©️AMRP – a cura di Roberto Mastrantonio (diacono)

Condividi: