L’Amore di Dio: “Non cercare l’amore che solo Io posso darti al di fuori di Me”

Dio è nostro Padre e il Nostro Signore: è un Dio che ci guarda; che ci ama; che ci conosce;che ci perdona; che ci redime; che ci santifica. Tuttavia, è necessario, per poter avere una vera relazione con Lui, individuare e sviscerare quelle che sono le sue tre caratteristiche essenziali: Amore, Giustizia e Verità. Dio ha un carattere e, per poter portare avanti il nostro cammino di fede, è necessario per prima cosa conoscerLo, imparare a comprendere il modo in cui Lui ragiona e come riuscire a proiettarLo nella relazione con gli altri.

Diamo uno sguardo all’Amore.

È importante capire quali siano le caratteristiche e in quale modalità si manifesta l’Amore di Dio:

1. La dimensione fisica dell’amore di Dio.

L’amore di Dio ha prima di tutto una dimensione fisica, materiale, viscerale con cui Dio si presenta. Questo è evidente soprattutto nel valore che ha l’Eucaristia e dell’atto del mangiare l’Ostia, Corpo di Gesù Cristo: questo gesto non ha solo un valore ricco di simbologie, ma è espressione proprio della volontà di Dio, che ci ama a tal punto da voler stare dentro di noi e creare un unico corpo. La comunione ci consente, attraverso l’atto del mangiare, di diventare un vero e proprio corpo unico con Dio, manifestando quindi il Suo amore attraverso questo gesto.

Il nemico numero uno dell’amore di Dio nella sua dimensione fisica è lo spirito di divisione, con cui Satana vuole allontanarci da Lui. Satana, il “principe di questo mondo”, opera infatti per distaccarci fisicamente da Dio, utilizzando strumenti subdoli, spesso in modo anche invisibile, per creare un muro; e, anzi, spesso utilizza proprio noi stessi e la nostra fragilità in quanto esseri umani, per raggiungere questo scopo.

Ma, l’Amore di Dio è immenso e infinito. E Dio combatterà, perché non può proprio rinunciare a nessuno di noi, che ha creato con tanta cura e attenzione. Infatti, se ci pensiamo, Dio ha impiegato solo una settimana per creare l’universo e il mondo che noi conosciamo, mentre impiega nove mesi per donare a noi la vita. Ecco, in modo riduttivo, uno spiraglio di quanto sia grande l’amore di Dio per noi.

2. La dimensione emotiva dell’amore di Dio.

L’amore di Dio ha anche una dimensione emotiva, che emerge in modo preponderante: è l’emozione del Suo amore che passa attraverso la nostra anima; è quella sensazione di farfalle nello stomaco alla vista di Dio. Infatti, siamo suoi figli e quindi liberamente innamorati e bisognosi di lui. Questo si traduce nelle emozioni che Dio riesce a farci provare: amore, pace, serenità, euforia. Dio vuole farci provare emozioni, in quanto una relazione, in senso assoluto, non è fatta solo di esperienze, ma anche di emozioni condivise e questo è ciò che Lui desidera avere con noi. 

L’emotività che proviamo, però, è alquanto debole, se si tiene conto di tutte le ferite che ognuno porta con sé. Il vacillamento in tal senso è davvero dietro l’angolo. E infatti, Satana, che è ben consapevole di ciò, sfrutta la nostra debolezza per allontanarci da Dio in due modi: ci rende cinici e macchia la nostra concezione d’amore, trasformandola in controllo. 
Il cinismo è un’arma letale per la nostra emotività: non avere emozioni significa che niente ci stupisce, niente ci meraviglia, niente ci intenerisce; è lo strumento del male che, insieme ad altri, trasforma il nostro cuore in un cuore di pietra. E avere un cuore di pietra comporta che niente ci interessa, quindi, nemmeno un rapporto con Dio. Noi dobbiamo avere una mente salda per affrontare i mali del mondo, ma il nostro cuore deve restare quello di un bambino: un cuore dolce, gentile e innocente. Ma il male che Satana può farci non si ferma qui: Satana vuole trasformare il nostro amore in una forma di controllo. Se Satana possiede le redini del nostro amore, è in grado di prendere il controllo della nostra mente, deviandoci dalla strada di Dio e deviandoci, soprattutto, dalla strada che Dio ha previsto per ognuno di noi, ferendo noi stessi e gli altri.

3. La dimensione spirituale

Questa è sicuramente la dimensione più interessante. La dimensione spirituale dell’amore di Dio si presenta come una commistione tra la dimensione fisica e quella emotiva, ma riletta in una chiave di lettura completamente ribaltata: quella del punto di vista di Dio. Mentre nelle altre due si resta ancora in una dimensione prettamente più “umana”, in cui Dio si inserisce, qui si cambia completamente realtà.

È difficile spiegare a parole l’amore di Dio in quest’ottica: impetuoso come un mare in tempesta, ma delicato come una goccia d’acqua zampillante. Trasforma gli animi e cambia gli uomini. È qualcosa di non quantificabile. 

Ci avete mai pensato al fatto che Gesù fosse umano e che, morente sulla croce, abbia pensato a casa sua, sentendo l’odore di quel legno? Che abbia pensato a come aiutasse suo padre, Giuseppe, nella sua professione di falegname? È una cosa immensa: i ricordi, lo sappiamo, spesso e volentieri fanno male, sia perché rievocano momenti di sofferenza, sia perché creano quella sensazione di nostalgia dei tempi andati. Il messaggio anche simbolico che manda questo gesto è al di là di ogni possibile comprensione umana: di fronte alla sofferenza di sua madre, dei suoi amici, del popolo che lui ama più di sé stesso, con i ricordi della sua infanzia felice e con suo padre nel cuore, lui è rimasto lì; ha sofferto, si è sentito abbandonato, solo,ferito, deluso, deriso, spaventato, ma, nonostante ciò, non è scappato. È rimasto lì per salvarci. Dio è amore e sacrificio per la nostra salvezza. Allora, è essenziale imparare a lasciare alle spalle il dolore e il rancore, perché Dio ci offre la possibilità di utilizzare quel dolore per salvare la vita di qualcun altro. 

L’unico esempio paragonabile al gesto di amore immenso di Dio che può aiutarci a capire in minima parte che cosa sia l’amore di Dio è quello dell’amore materno. Esso è la forma di amore umana che più si avvicina alla dimensione spirituale dell’amore di Dio.

Ovviamente, Satana interviene anche qui, attraverso la possessione. E, badate bene, non mi riferisco a delle vere e proprie possessioni demoniache in senso stretto (che comunque ci sono). Mi riferisco al fatto che Satana ha questo desiderio impellente di strapparci dalle braccia di Dio, incatenandoci a lui, e quindi possedendoci, per portarci con lui nel baratro dell’inferno. Satana è terribilmente geloso della nostra posizione e fa di tutto da secoli per dimostrare a Dio che lui ha ragione su di noi; per questo ci possiede con le sue trappole e porta lentamente alla nostra distruzione.

E allora, impariamo a coltivare questa dimensione spirituale con grande cura, perché è sicuramente quella su cui si reggono le altre due. E ci consente di affrontare tutte le difficoltà della vita, attraverso Gesù Cristo che ci dona forza.

Ricevere l’amore.

Per poter amare, è necessario sapere anche come si riceve amore. Dobbiamo vedere come siamo in grado di sciogliere il nostro cuore per farci amare da Dio.

Fondamentale è sicuramente il valore catartico della sofferenza. Dio si è inventato un meccanismo straordinario: trasforma tutto ciò che è negativo in un qualcosa di bello. La sofferenza diventa lo strumento e il mezzo con cui accogliere l’amore di Dio. E l’amore è il presupposto essenziale da cui trarre forza e vigore d’animo. Grazie alla sofferenza che proviamo, Dio ci rende più forti; e forza può essere tradotta in:

• Resilienza: la capacità di resistere alle prove, avendo fiducia in Dio. La fiducia è essenziale in questo frangente: siamo resilienti perché ci affidiamo a Dio e alla sua forza. Fiducia significa che, se Dio ti chiedesse ti saltare in un burrone profondo per chilometri, tu lo faresti, perché sei ASSOLUTAMENTE CERTO che in fondo ad esso c’è la Sua mano che ti prenderà al volo.

• Empatia: la capacità di metterci nei panni degli altri, capire la loro sofferenza e poterli aiutare a vedere la presenza di Dio, fonte di ristoro e di pace nei confronti dei tumulti della vita del mondo. Essa è stata completamente persa dall’umanità di oggi.

• Perdono: l’ultimo elemento essenziale. Consiste nella capacità di riuscire a perdonare sé stessi per i propri peccati e per le azioni che vengono fatte contro il volere di Dio (bada bene: contro il volere di Dio, significa azioni che si allontanano dalla Verità e dal Verbo, ossia lui stesso, e che ci tolgono la pace. Dio rispetta il nostro libero arbitrio e necessita della nostra collaborazione per compiere i progetti che ha su di noi). La capacità di perdonare gli altri è una conseguenza del riuscire a perdonare sé stessi; una volta interiorizzata la bellezza della pace che ci dona la misericordia di Dio, siamo in grado di proiettarla sugli altri attraverso il perdono. E, infatti, Dio perdona tutto, per un piccolo atto di misericordia.

Sentirsi finalmente a casa.

Dio ci fa sentire a casa. È un porto sicuro dove attraccare, una colonna portante di un edificio. Dio è accogliente, Dio è tepore, Dio è un abbraccio. Dio ci abbraccia e si commuove a vedere noi che apriamo il cuore. Quando succede ciò, Lui ci benedice ponendo una mano sul capo e pregando per noi in un’altra lingua; poi inserisce tre fiamme nel nostro corpo: una nella mente, una nella bocca e una nel cuore e, se noi le accettiamo, tutto il nostro fuoco diventa un roveto che non smette mai di ardere.

Il pezzo di puzzle che si collega a tutti gli altri.

Importante è il senso di comunità e Dio vuole crearla sempre più grande. La comunità necessita però di una spiritualità condivisa. Per questo Gesù unisce i nostri cuori attraverso un drappo rosso e, se noi glielo permettiamo, il nostro cuore inizia a brillare della stessa luce che Gesù emana attraverso la sua veste bianca, anch’essa contornata da un drappo rosso. Dio è talmente grande che, davanti a dei corpi che continuano a perdere sangue, riempie il nostro cuore con acqua che trasuda vita, e inserisce una goccia del suo sangue, riempiendo il buco mancante in noi e fermando la nostra emorragia.

Dare amore.

Oltre a ricevere amore, è necessario anche donarlo. Cosa significa “dare amore”? Significa creare un luogo che faccia sentire gli altri accolti, amati, compresi, in nome di Dio.

La carità è lo strumento per eccellenza che permette un avvicinamento a Dio. Attraverso di noi, Dio usa la carità per riparare gli animi, ricucire le ferite con un filo dorato. È un momento di sublimazione di noi stessi, perché mettiamo in pratica quello che Dio cerca di insegnarci e lo facciamo in relazione con gli altri (ricordiamoci che Dio è relazione). È un momento di una grandezza stratosferica.

Inoltre, l’umiltà gioca un ruolo fondamentale. L’umiltà è il presupposto della carità e, per questo, è l’elemento più insidioso. Comunque, l’umiltà è molto diversa dalla modestia, un concetto umano: non è sminuire sé stessi (modestia), ma mettersi in una posizione di parità nei confronti degli altri. Non sminuisci te stesso, ma innalzi gli altri in nome di Dio. Dio è stato il primo ad essere umile: si è degradato ad essere umano e ha lavato i piedi agli Apostoli, anche a coloro che lo hanno tradito.

Poi c’è il servizio, ossia le opere. L’amore non si costruisce con le idee astratte, ma con i fatti. Anche le parole sono fatti: la mente, ossia lo strumento contenente l’amore, ci consente di dare una concretezza umana alle parole che vengono dette. 

Quindi, mettiamoci all’opera per diventare paladini dell’amore di Dio. 

Il valore dell’invidia

L’invidia è una macchia della nostra anima, che sporca la candidezza del nostro pensiero e del nostro sguardo. È una forma malata e distorta, indotta dal demonio, nel cercare una forma d’amore al di fuori di Dio. Può avere le origini più disparate: idolatria, superbia, rancore, insomma, ferite di ogni genere. Ma ricordiamoci di abbandonare l’invidia: Dio ha lo sguardo posato su ognuno di noi e ha per ciascuno un progetto al di là di ogni aspettativa, se decidiamo di seguirLo. Non serve a nulla guardare ai percorsi dei nostri fratelli in comunione, se non a portare zizzania e problemi all’interno della comunità. Preghiamo Dio affinché ci illumini di luce immensa, tale da fare evaporare questa macchia di invidia che infanga la nostra anima.

Perché l’amore è nella mente?

Questa domanda è nata da una curiosità sul perché, prima della lettura del Vangelo durante la celebrazione della Messa, si facessero i tre segni della Croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore. La risposta che lo Spirito Santo mi ha ispirato è proprio questa: le tre croci indicano le caratteristiche essenziali di Dio (Amore, Giustizia e Verità).

L’Amore risiede nella mente, non nel cuore. È curioso. Ma perché? Perché l’Amore è il principio essenziale di tutto: Dio è Giustizia e Verità, certo, ma è soprattutto Amore. 

Il cervello è, infatti, la macchina che permette il funzionamento di tutto il resto del corpo. Anche il cuore e la bocca sono essenziali, ma il cervello è l’organo più sviluppato del nostro corpo, e anche quello meno conosciuto di tutti. L’indecifrabilità di alcuni aspetti del cervello umano è molto indicativa se si pensa alla difficoltà che noi piccoli uomini abbiamo nel cercare di spiegare l’amore di Dio, se ovviamente si configura la mente come luogo d’amore. L’amore deve necessariamente risiedere nella mente, e questo perché, se al centro della nostra mente c’è l’Amore, tutto il resto sarà automaticamente Amore. La centralità dell’Amore nella nostra testa permette di muoverci e di agire secondo amore, e quindi in armonia con Dio, diventando la nostra unica prospettiva.

La scienza aiuta molto a capire questo concetto (difatti, è stato proprio Dio a inventarla). Il cervello, infatti, può essere segnato profondamente in negativo, al punto da strutturare in un modo distorto le persone, come accade nel caso dei disturbi della personalità. I disturbi della personalità sono infatti delle patologie molto interessanti: annebbiano la mente, producono una visione distorta della realtà che solo chi ne è affetto è in grado di vedere, ma di fatto rende le persone incapaci di intendere e di volere. Se il demonio è, quindi, in grado di segnare così profondamente questo organo, è perché esso è custode dell’amore. Infatti, è più tragica una ferita di questo genere che l’amputazione di un arto. E questo perché si tratta di ferite invisibili, che si riflettono poi sul nostro cuore, custode della Verità, e quindi di Dio.

Custodite la vostra mente, rispettatela e prendetevene cura.

Quindi, ora che abbiamo capito le caratteristiche essenziali dell’Amore, ricordiamo una cosa: il nostro obiettivo è quello di avere una visione Cristocentrica del mondo e una prospettiva di questo tipo è possibile soltanto se l’Amore, come solo Dio sa dare, è al centro della nostra mente. 

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi».

©️AMRP – a cura di Elisa Mezzacapo

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