1. INTRODUZIONE
È fondamentale questa parola. Dobbiamo conoscerla e penetrarla profondamente innanzitutto per noi stessi, perché la nostra lotta è proprio contro il peccato (come dice San Paolo: “Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato” Eb 12,4). Inoltre, la nostra missione come Chiesa è quella di annunciare al mondo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte (Lc 1,77: “per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati“). Ma cosa intendiamo per “peccato”?
Dunque, con l’aiuto di Dio, proviamo a distribuire questo tesoro della Chiesa.
2. DEFINIZIONE
Partiamo da una definizione semplice: il peccato è una malattia mortale generazionale.
È il motivo per il quale nessuno di noi lascerà da vivo questo pianeta. Tutti gli esseri umani sono sempre stati malati di peccato e lo saranno fino all’ultimo uomo creato (esclusi Adamo, Eva, Gesù e Maria, con ruoli distinti e importanze diverse come vedremo).
Non importa come morirò, forse di cancro, magari per una malattia cardiovascolare o un incidente. Quello che è importante sapere è che morirò perchè “il salario del peccato è la morte” (Rm 6,23) e “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2,23).
Ognuno di noi è malato di peccato e sta morendo per questo! Come è possibile non interessarsi profondamente a questo argomento? Perchè trattiamo la causa della sofferenza e della morte con tanta leggerezza? Anzi oggi nella comunicazione il peccato ha assunto addirittura una connotazione positiva, di emancipazione o di permissiva autoindulgenza (es. i “peccati di gola” per una famosa marca di gelati…). Ma non parlo delle persone lontane, di quelli che non hanno ancora conosciuto l’Amore di Dio. Parlo di noi, i cristiani. Noi dovremmo sapere bene che per risolvere questo problema si è dovuto incarnare Dio Figlio e morire assassinato tra atroci sofferenze…
Cerchiamo dunque di ascoltare attentamente quello che la riflessione della Chiesa ha compreso su questo argomento per raccontarlo anche a questa generazione.
Anche per il peccato, come ogni malattia, esistono: una causa, dei sintomi e, grazie a Dio, una cura. Concentriamoci ora sulla causa, poi sui sintomi e sulla cura.
3. CAUSA DEL PECCATO
3.1 Adamo, il punto di vista scientifico
Come potrebbe un Dio buono ed Eterno creare esseri cattivi e mortali? Quante volte abbiamo prodotto o ascoltato questo pensiero… Ma cosa insegna il Magistero della Chiesa a riguardo?
Nel libro della Genesi si racconta la storia di Adamo ed Eva e del serpente. È un libro scritto probabilmente tra il VI e il V secolo avanti Cristo, frutto di molte redazioni e pieno di influenze orientali. Non è questa la sede per approfondire l’analisi letteraria del testo, quello che è importante sottolineare è che non si tratta di un libro di cronaca, ma di una raccolta di racconti sapienziali tramandati oralmente.
Di fatto non è stato rivelato come siano andate davvero le cose, possiamo solo speculare a partire dai dati scientifici e dal modo di agire che Dio ha manifestato nella Storia della salvezza rivelata nella Bibbia, da Adamo fino alla morte dell’ultimo apostolo.
Noi comunque crediamo che Adamo sia esistito e che sia stato lui (non Eva) il responsabile umano del peccato. Non un personaggio, ma un vero essere umano esistito nella Storia. Questo è dogma di fede.
Eppure oggi è difficile affermare che tutto il genere umano derivi da una sola coppia. La ricerca scientifica ha mostrato evidenze a sfavore del cosiddetto “monogenismo” (dall’Oxford dictionary: l’unità originaria del genere umano in quanto discendente da un unico primo uomo, Adamo, secondo la narrazione biblica, teoria sostenuta dalla teologia cattolica). Ci sono forti evidenze a favore invece del poligenismo (dottrina biologica secondo la quale il genere umano, anziché derivare da un’unica coppia iniziale, deriverebbe da più coppie appartenenti a più ceppi umani).
Come conciliare la ricerca scientifica con il dogma di fede? Ecco fratelli e sorelle perchè dobbiamo usare la testa, ecco perchè dobbiamo saper rendere ragione a questa generazione della speranza che è in noi! Basta con la propagazione di un fideismo ridicolo, devozionista, perlopiù magico-medianico e sempre patetico (basato cioè su un’etica del pathos, del sentire, mai del pensare). Dobbiamo usare la testa, abbiamo “il pensiero di Cristo” (1Cor 2,16) e lo Spirito che “convince il mondo rispetto al peccato” (Gv 16,8)! Se non sappiamo rispondere a queste domande, diventiamo come “il sale che ha perso il sapore e viene gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13). Così purtroppo vengono trattati i credenti oggi, in famiglia, sul lavoro, nelle discussioni pubbliche. E la responsabilità è anche nostra se accettiamo una fede sgangherata e folkloristica.
Eppure Gesù nei Vangeli pone 217 domande in totale! Provoca alla riflessione, a rispondere ragionando! Noi, la Chiesa, Corpo di Cristo nella Storia, siamo la stirpe che deve schiacciare “la testa” del serpente, cioè il suo modo di ragionare!
Per dare perciò una risposta sensata a queste domande dobbiamo predisporci ad avere una mente aperta e non piegare la realtà all’idea che abbiamo di Dio. È un errore che nella storia della Chiesa è stato commesso troppe volte, come ad esempio nel caso di Galileo, il quale, cattolico, aveva compreso che fosse la Terra a girare intorno al Sole, ma fu costretto dalle autorità ecclesiastiche a negare la sua posizione… Lui, l’inventore del metodo scientifico…
La scienza esiste grazie alla visione desacralizzata del mondo, conseguenza della filosofia giudiaco-cristiana, ed oggi invece viene vista in contrapposizione con la fede, è un’assurdità! il Logos, l’uomo-Dio Gesù, ha messo ordine nella Sua Creazione e ci ha donato di una ratio per comprenderlo. Ecco perchè “scopriamo” “leggi”, eterne e immutabili, nella creazione.
Perciò anche su questo argomento bisogna acquisire il dato scientifico, e integrarlo nella fede in Dio Creatore. Come?
3.2 La mediazione in Cristo, unico Mediatore
Mi preme precisare che da questo momento in poi non siamo nel Magistero della Chiesa, ma nella ricerca teologica, perciò si tratta di ipotesi e non insegnamenti della Chiesa (almeno non ancora).
Dunque, possiamo constatare che dopo circa 13 miliardi di anni dal Big bang (teoria scientifica attuale più accreditata sull’origine dell’universo), l’evoluzione delle specie abbia portato alla costituzione di esseri con una natura pronta e pensata dal Padre per essere assunta dal Figlio di Dio. Gesù ha assunto infatti la stessa natura umana di Adamo, di cui era un discendente (Lc 3,23-38).
Verosimilmente circa 50000 anni fa, nel periodo in cui è collocato il cosiddetto “grande balzo in avanti” o “modernità comportamentale” o “rivoluzione cognitiva”, nella specie Homo è comparso il linguaggio.
Il “grande balzo in avanti” comprende tantissimi momenti di crescita, e di discontinuità rispetto al passato, ovvero:
- pensiero simbolico, vale a dire la forte tendenza all’elaborazione di concetti astratti;
- spiccate capacità relazionali;
- esplosione della produzione di rappresentazioni artistiche;
- ritualizzazione di pratiche di sepoltura;
- comparsa dei primi interessi per la comprensione dei fenomeni naturali.
Tutto questo avverrà in contemporanea con “la prima espansione certa dell’uomo oltre i confini dell’Eurasia e dell’Africa; furono infatti occupate l’Australia e la Nuova Guinea, allora unite a formare un unico continente.” (da Wikipedia)
Forse proprio in questo periodo storico il Signore ha deciso di entrare in relazione con l’essere umano, la creatura pensata da sempre per essere adottata a figlia nel Figlio, nella Gloria della Trinità, per sempre.
E Adamo allora? In che modo sarebbe unico? In che senso sarebbe il primo?
Per comprendere la collocazione di Adamo nella Storia dobbiamo prima vedere cosa dice la Scrittura di Cristo:
- Gesù Cristo è l’unico mediatore tra Dio e gli uomini. La salvezza è solo in Cristo. 1Tm 2,5: «Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti».
- “E’ lui (Dio Padre) infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza” (Col 1,13-19)
Il Padre ha creato l’universo per dare una natura creata, umana, a Suo Figlio, e per questo motivo ha creato anche i Suoi fratelli e le Sue sorelle, noi umani. Umani come Lui e come Maria. L’essere umano Gesù, questo è il “principio di tutto”. Viviamo in un universo cristocentrico, fatto attraverso Lui, Verbo, e in vista di Lui, uomo.
Adamo perciò, come dice san Paolo, è “figura” di Cristo (Rm 5,14). Altrimenti potremmo pensare che Adamo sia “comune”, “legato” a tutti gli uomini e Cristo sia legato invece solo ai cristiani! Invece, come afferma Gaudium et spes al n. 22 “Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo“.
Vi è stato però un primo mediatore uomo, scelto da Dio, Adamo. Il primo essere la cui natura è determinata quale «umana», qualitativamente diversa da qualsiasi essere esistito fino a quel momento, fin dal suo primo istante, dalla vocazione alla filiazione divina in Cristo, dalla possibilità che tale natura venisse assunta dal Logos eterno del Padre, che determina intrinsecamente la natura umana.
Vi è dunque un rapporto singolare tra Adamo e Cristo. Vi è stato un momento, anche solo un attimo, in cui tutta l’umanità con la sua vocazione in Cristo si è concentrata in Adamo. In Adamo, nel suo rapporto a Cristo, appare nel creato la chiamata alla filiazione divina dell’umanità.
Questo fatto conferisce ad Adamo un posto singolare nella mediazione della grazia di Cristo per tutta l’umanità.
Dio sempre ha agito così con l’umanità: scegliendo mediatori, in vista di Cristo. Con Abramo, con Isacco, con Giacobbe. E i mediatori scelti hanno risposto liberamente a Dio, non sempre obbedendo (come ad esempio Esaù o Saul).
Pensiamo solo un attimo alle conseguenze per l’umanità se Maria SS.ma, una mediatrice unica e seconda solo a Cristo, avesse risposto all’invito dell’arcangelo: “No. Non voglio essere la serva del Signore!”. E sappiamo che fosse liberissima di farlo. Non ci sarebbe stata la redenzione, non ci sarebbe stata la Chiesa, non ci saremmo noi. Questa è la responsabilità che ogni mediatore ha in relazione a Cristo. E ogni mediazione ha una portata e un’importanza diversa, ma sempre e solo in relazione a Cristo, centro di tutto, in cui tutto è “ricapitolato” (Ef 1,10). Anche i genitori dovranno rispondere della loro mediazione nei confronti dei figli di Dio affidati loro! I parroci delle loro comunità, i teologi del loro ministero, ecc.
Per questo Gesù ha detto “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
Ecco cosa significa che Lui è unito “in qualche modo” ad ogni essere umano (Gaudium et Spes, 22), da Adamo in poi.
Per questo la grazia persa da Adamo con il peccato riguarda tutti gli uomini che hanno la natura umana, anche nell’ipotetico caso che fossero sorti successivamente uomini che non sono discendenti biologici di Adamo (poligenismo).
Il rapporto con Cristo che costituisce la natura umana è mediato da Adamo anche per loro. Dio ha scelto Adamo come primo mediatore, come inizio dell’alleanza, della relazione, della storia d’amore con l’umanità intera.
Il peccato originale costituisce un’interruzione nella mediazione (subordinata) di grazia che riguarda tutta l’umanità per il fatto che Adamo è il primo uomo; che sia padre biologico di tutti gli uomini è in questo senso secondario.
Tale impostazione argomenta che si possa parlare di un monogenismo nell’ordine della grazia la cui certezza non è intaccata da un ipotetico poligenismo storico-biologico. Nell’ordine della grazia anche gli uomini che non fossero discendenti biologici di Adamo sarebbero determinati teologicamente da un rapporto con Adamo, primo uomo.
In questo senso san Paolo afferma (Rm 5,15): “se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini”.
Questa è un’ipotesi teologicamente valida per armonizzare ragionevolmente il dogma di fede con i dati scientifici. Rientriamo adesso nel Magistero.
3.3 La caduta degli angeli
Fin qui abbiamo cercato di comprendere la responsabilità di Adamo, un uomo scelto da Dio per essere figura, annunciatore di Cristo, “precursore” dell’Incarnazione che sarebbe avvenuta successivamente nei secoli; ma cosa dire del serpente invece? Anche lui, Lucifero, era chiamato ad essere un mediatore, un servo del Verbo incarnato…
Riporto a questo proposito un estratto di un documento molto interessante (reperibile qui) dell’Associazione Internazionale Esorcisti, intitolato “L’origine del male nell’universo creato buono da Dio”. Deve essere letto con molta attenzione (e qui siamo di nuovo nel Sacro Magistero della Chiesa):
L’uomo fu creato con infinito amore da Dio-Trinità a sua immagine e somiglianza, cioè secondo l’immagine del Figlio che l’Eterno Padre aveva nella sua mente, quando, venuta la pienezza dei tempi, lo avrebbe inviato nel mondo per farsi uomo e redimere l’umanità. L’uomo dunque è «figura di Colui che doveva venire» (Rom 5,14): il «Cristo Gesù». Per tale motivo fin dall’eternità fu presente nella mente di Dio, prima di ogni altra creatura, anche la figura di Colei in cui l’Incarnazione del Figlio si sarebbe attuata: «Maria Immacolata». «La predestinazione eterna del Verbo fu anche la predestinazione della beata Vergine Maria ad essere la Madre di Dio».
La natura umana di Cristo e di Maria è il vertice dell’opera della creazione. Anche se cronologicamente Cristo e Maria sono comparsi nel mondo molti secoli dopo la creazione di tutte le cose, la Santissima Trinità aveva in mente fin dall’eternità questo capolavoro insuperabile, rispetto a qualsiasi altra opera da Lui creata: «una Donna immacolata che fosse Madre del Figlio, dandogli l’umana carne dal suo grembo per opera dello Spirito Santo». […]. Tutto l’universo materiale e spirituale fu creato intimamente unito all’uomo, di cui Cristo e Maria sono il vertice, e solo per mezzo dell’uomo tutte le cose possono raggiungere il fine per il quale sono state create. La creazione degli angeli da parte di Dio fu dunque legata alla sua decisione di unirsi all’uomo mediante l’Incarnazione: di entrare cioè nel mondo della materia, dello spazio e del tempo. Pertanto la creazione degli angeli fu orientata, fin dall’inizio, verso la mirabile sintesi della creazione materiale e spirituale, che è l’uomo, il cui massimo rappresentante è il Verbo di Dio, che prende carne per mezzo di Maria e si fa uomo. La creazione dell’uomo – e in particolare la natura umana del Verbo – dà consistenza e significato a tutto l’universo, compresi gli angeli. La natura umana, è stata creata in vista dell’Incarnazione. Tutte le cose sono state create per mezzo del Verbo e in vista del Verbo e tutte le cose del mondo materiale e spirituale hanno il culmine nell’uomo. È chiaro che, in questo progetto di Dio, la Vergine Maria, benché costituita, come ogni creatura umana, di spirito e di materia (cioè anima e corpo), viene elevata al di sopra degli angeli, che sono spiriti puri, cioè senza materia.
Lucifero, per la sua natura angelica – più simile a quella di Dio, purissimo spirito – sfrenatamente compiaciuto della propria perfezione, pretendeva che spettasse a lui la preminenza su tutta la creazione, che Dio ha invece conferito a Cristo Gesù e alla Vergine Maria. Questo atteggiamento implicava di conseguenza una decisa contestazione sia all’Incarnazione del Verbo di Dio – che avrebbe assunto la natura umana, inferiore a quella angelica – sia alla presenza e alla maternità di quella Donna, dalla quale, incarnandosi, il Figlio di Dio sarebbe nato nel tempo diventando al contempo anche suo Figlio. Ella, posta dopo l’Assunzione alla destra del Figlio, come Regina degli uomini e degli angeli, sarebbe stata infatti elevata non solo al di sopra delle creature umane, ma anche di quelle angeliche. Il rifiuto di Lucifero nei confronti di Maria, fu logica conseguenza del rifiuto della Incarnazione.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro per capire l’origine del peccato; è un’opera che nasce dall’invidia/superbia di satana e dalla mediazione stolta di Adamo.
Ora spero sia chiaro cosa significhi che “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2,24). E perchè Gesù definisce il demonio “omicida fin dal principio” (Gv 8,44).
©️AMRP – a cura di Roberto Mastrantonio (diacono)
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