[Lc 10,41: _Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose_]
Gesù ascolta le lamentele di Marta e opera un discernimento spirituale. Vede in lei uno spirito di accidia. Cosa è l’accidia e come rende schiava l’anima? L’accidia è una malattia dell’anima, caratterizzata da inquietudine ed irrequietezza, che spinge a trascurare consapevolmente il proprio bene e quello altrui. Fratelli e sorelle questo è un tema di importanza straordinaria che investe profondamente la nostra cultura occidentale. Non possiamo esaurire un argomento così complesso in poche righe, ma cerchiamo di enucleare alcuni punti che possano tornare utili nel nostro cammino di Fede. Innanzitutto l’accidia viene erroneamente considerata “pigrizia”, ma il termine che la connota meglio è “tristezza”. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica viene definita così: “una forma di depressione dovuta al rilassamento dell’ascesi, ad un venire meno della vigilanza, alla mancata custodia del cuore”.
Evagrio Pontico, un monaco del IV secolo, chiama l’accidia il “demone del mezzogiorno”, perché è la tentazione che assale il monaco a metà della giornata, cioè quando l’entusiasmo viene meno, quando l’ardore si è spento.
Produce effetti devastanti: una paura esagerata degli ostacoli che si possono incontrare, quasi una paralisi, una repulsione a tutto ciò che costa fatica, una negligenza nell’osservare l’ordine e le regole, un’incostanza nel fare il bene, un’incapacità di resistere alle tentazioni, un’avversione verso quelle persone che sono veramente zelanti e che diventano odiose proprio perché fanno sempre le cose per bene. Un altro sintomo di questa malattia è la perdita di tempo prezioso oppure la libertà che viene concessa ai sensi, alla curiosità, al piacere di divertirsi, di usare di tutto, unitamente alla negligenza nei principali doveri del proprio stato.
Nell’episodio del Vangelo di oggi Marta è incapace di scegliere la parte migliore, si trova alla Presenza del Verbo incarnato, sa per fede che Gesù è il Figlio del Dio Altissimo eppure è inquieta, irrequieta, si preoccupa di molte cose fondamentalmente trascurabili, addirittura critica il Maestro e accusa la sorella! Molti profeti e re vorrebbero essere lì ad ascoltare la Sapienza, chissà quante schiere angeliche vorrebbero trovarsi al suo posto per servire l’Agnello, ma lei sceglie di preoccuparsi di tovaglie, stoviglie, pietanze… Certo qualcuno deve anche cucinare, apparecchiare, faticare mentre altri gustano le Parole del Messia… Ma con misericordia, non per sacrificio! Con la serenità di chi dona generosamente, senza il livore di chi si sente costretto a dare. Non è forse quello che succede anche nelle nostre comunità purtroppo? Lo zelo che diventa orgoglio. Forse ci affanniamo e ci agitiamo anche noi per tante cose inutili anziché amare Dio e i fratelli.
Chiediamo dunque l’intercessione di Maria Santissima affinché possiamo scegliere sempre la parte migliore, liberati dalla tristezza di satana e riempiti della gioia piena di Cristo!
Buona Domenica Adoratori, Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
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